Gli avvocati Consulcesi & Partners si sono spesso soffermati sul diritto alla pensione, soprattutto dei medici e hanno concesso una panoramica a tutto tondo che potesse chiarire le regole e i meccanismi, anche del ricalcolo pensionistico.
Affiancare i medici e il personale sanitario è una delle mission più chiare di Consulcesi & Partners sin dalla sua fondazione ed è per questo che argomenti importanti come questi, meritano approfondimenti utili a fugare ogni dubbio.
Il diritto alla pensione per i medici è garantito grazie al loro ente previdenziale dedicato che è l’ENPAM, ma in maniera primaria è un diritto riconosciuto che si traduce in una prestazione previdenziale in denaro, periodica e continuativa, erogata individualmente da enti pubblici e privati ai pensionati, sulla base di alcuni determinati requisiti.
In maniera meno tecnica, si può certamente affermare che la pensione non è altro che il valore accumulato nel corso della carriera lavorativa.
Per calcolare il valore pensionistico relativo a ciascuno, vengono presi in considerazione i seguenti requisiti:
Il valore della pensione è soggetto alla rideterminazione dell’importo. Questa rideterminazione, in gergo identificata come “ricalcolo”, avviene entro termini stabiliti da specifiche disposizioni di legge e per effetto di riconoscimento di contribuzione.
A seconda del percorso assicurativo e contributivo del soggetto pensionabile, il sistema di calcolo della pensione può avvenire secondo tre metodi:
Quindi, verificati i requisiti essenziali, appurati che i giorni lavorativi corrispondono a quanto riportato nel corpo del cedolino e verificata la Certificazione Unica rilasciata ogni anno dal proprio sostituto d’imposta, si può procedere al ricalcolo pensionistico.
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Non occupandosi con frequenza di materie fiscali e contabilità, spesso, è facile cadere in errori di calcolo che non ci consentono di effettuare in maniera corretta il ricalcolo pensionistico.
In genere gli errori non dipendono da un ricalcolo sbagliato da parte dell’Inps, in quanto l’istituto si limita a calcolare la posizione del singolo sulla base di quanto viene comunicato dalle amministrazioni finanziarie di appartenenza del lavoratore. Il problema nasce alla base, appunto da errori di pratiche amministrative. Può capitare dunque che nell’invio mensile dei flussi per l’accredito dei contributi del personale ci siano anomalie che possono portare a delle problematiche di cui il dipendente si rende conto solo in fase di chiusura pensionistica. È buona regola, quindi, verificare sempre le buste paga rilasciate dall’amministrazione di appartenenza, tramite la certificazione unica rilasciata annualmente, oppure verificare tramite il proprio pin INPS e/o lo SPID l’estratto contributivo. La maggior parte delle volte, però, è lo stesso dipendente a conoscere bene la sua situazione personale ed è dunque sufficiente un breve colloquio con lui per capire se ci possono essere delle anomalie e se necessario avviare il processo che porta ad una segnalazione contributiva all’Inps, oppure attivare l’iter procedurale del ricorso se emerge un calcolo del rateo di pensione errato.
La richiesta può essere presentata entro il termine di 30 giorni dalla data di pagamento della prestazione pensionistica. Se non interviene nessuna decisione nei 90 giorni successivi si verifica l’ipotesi di silenzio rigetto da parte dell’INPS. A questo punto potrà essere presentato ricorso all’Autorità giudiziaria entro il termine di legge di 3 anni. Nel caso siano trascorsi i termini previsti da legge si può proporre un’istanza di autotutela nell’ambito della quale ai sensi della circolare 146 dell’INPS del 15.12.2006 si andrà a richiedere la verifica del conteggio. Tuttavia, è utile effettuare questo tipo di controllo almeno una volta ogni tre anni.
Consulcesi & Partners è in grado di offrire il servizio di Ricalcolo Pensionistico per consentire a qualsiasi lavoratore o pensionato di approfondire, in base alla documentazione una corretta ricostruzione della posizione retributiva, l’eventuale presenza di errori o omissioni nella determinazione del monte contributivo.
La questione non riguarda, infatti, solo chi è già in pensione o chi è in procinto di entrarvi, ma interessa ogni singolo lavoratore. Anche chi ha iniziato a lavorare da poco farebbe bene a tenere sotto controllo la questione per non rischiare di ricevere una pensione diverso da quello effettivamente maturato. Peraltro, queste tipologie di verifiche risultano indispensabili per le pratiche di ricongiunzione, cumulo e totalizzazione, in tali casi infatti per poter effettuare la migliore scelta è opportuno avere un quadro preciso e corretto della propria posizione previdenziale.