Azienda Sanitaria condannata a pagare 300 mila euro di risarcimento per mobbing nei confronti di un dipendente che, per anni, ha dovuto subire condotte prevaricatrici e vessatorie, senza che sia stato attivato alcun provvedimento a tutela dell’ambiente di lavoro o intervento per impedire l’inesorabile processo di emarginazione professionale e psicologica del lavoratore.
Da tempo, Consulcesi & Partners ha instituito un servizio, appositamente dedicato al mondo sanitario, per raccogliere tutte le richieste di aiuto dei professionisti della Sanità, che denunciano situazioni di soprusi, demansionamenti, abusi nella gestione dei turni lavorativi, mancati riconoscimenti di diritti, fino ad arrivare a vere e proprie vessazioni.
La peculiarità di questo servizio è che, oltre a fornire una prima consulenza valutativa, nei casi più rilevanti può essere attivato un network di legali che, senza dover necessariamente ricorrere alle vie giudiziarie, aprono un costante dialogo qualificato con i vertici aziendali per trovare una composizione bonaria alla situazione.
Nei casi più gravi è però necessario adire le vie giudiziarie, come avvenuto per il cliente che è stato supportato dai consulenti legali di C&P nella fase preliminare e successivamente, verificata la fondatezza delle pretese, ha incaricato uno dei legali del network specializzato in diritto del lavoro di avviare l’azione legale.
Consultare un avvocato specializzato, può essere essenziale per esigere i propri diritti ed esplicare i propri doveri. Rivolgiti ai migliori avvocati specializzati del team di Consulcesi and partners!
Dopo un iter giudiziale durato meno di tre anni, si è giunti finalmente al riconoscimento del diritto del sanitario che, dopo anni di vessazioni e di prevaricazioni, ha visto accolte le sue domande. E’ stata, infatti, dichiarata la responsabilità dell’azienda sanitaria per aver passivamente assistito all’opera di marginalizzazione del proprio dipendente, senza adottare alcuna misura organizzativa volta a prevenire, contrastare o reprimere le numerose condotte vessatorie perpetrate a danno del suo dipendente.
A fronte delle plurime segnalazioni inviate ai vertici aziendali rispetto a quanto stava accadendo, nessuna iniziativa veniva infatti assunta dalle amministrazioni preposte con conseguente deterioramento delle condizioni lavorative che, ben presto, relegavano il dipendente a convivere con un ambiente progressivamente intollerabile.
I danni alla salute, alla vita di relazione ed alla sfera professionale, fortemente dequalificata hanno portato il magistrato ad accogliere tutte le istanze presentate dai legali del network di C&P e a riconoscere un cospicuo risarcimento pari a circa 300 mila euro, oltre al rimborso di tutte le spese legali sostenute.